Dott.ssa Teresa Ragusa +(39) 328.4061715
Psicologo Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Breve

Consulenza Tecnica

La Consulenza Tecnica maturata, è il prodotto della passione per la ricerca, della formazione psicoterapica e del lavoro di esperto psicologo svolto nelle carceri che – per la sua realtà fisica e psicologica della persona in detenzione – mi ha offerto molti spunti per comprendere la complessità dell’essere umano.

Comprendere la complessità dell’essere umano, non significa sapere tutto a priori, bensì riuscire ex novo a penetrare una complessità – quella utile alla perizia – senza aprioristiche convinzioni o teorie.

CTU – Consulente Tecnico d’Ufficio

Come Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU), mi occupo di questioni matrimoniali; della valutazione dello stato e capacità delle persone nelle interdizioni e nelle successioni; della valutazione sulle capacità genitoriali nei procedimenti di separazione di coniugi e valutazioni psicologiche dei minori ecc.

Riguardo quest’ultima parte, la diagnosi relazionale può essere più preminente di quella mentale quando è chiaro che non ci sono disturbi psichiatrici dei genitori o di uno solo.

Attraverso un’indagine scrupolosa e approfondita di tutto ciò, e nelle dinamiche relazionali del sistema, è possibile individuare le singole responsabilità per apportare i necessari chiarimenti e poter giungere alla risoluzione di conflitti.

La somministrazione dei test occupa una parte importante per:

  1. l’oggettivazione di quanto riscontrato durante le indagini, non prima
  2. l’approfondimento di quanto emerso nell’intervista.
Vale porre l’accento che ogni approfondimento testistico è sempre preceduto da quello dell’intervista, vale a dire: se durante l’intervista emergono aspetti poco chiari, è opportuno valutare come e attraverso quali domande fare emergere quel che non è ancora chiaro, ciò al fine di avere informazioni utili per giungere a una verità giuridica rispettosa della realtà e non avulsa da essa.

Infatti, non è insolito che una parte celi le proprie responsabilità per caricarle sull’altra fino a fare apparire “vero” quel che invece è un’apparenza.

Per esempio: la persona che ha più risorse (istruzione, economia, status sociale, padronanza dell’eloquio, ecc.), può tentare in ogni modo di fare apparire la parte con meno risorse più “colpevole”.

Ripeto l’importanza dell’assenza di pregiudizi o aprioristiche teorie per non incorrere nell’errore di trascurare la realtà a scapito delle proprie conoscenze teoriche; come dice Sherlock Holmes “Senza accorgersi, si comincia a trascurare i fatti per adeguarli alle teorie, invece di adeguare le teorie ai fatti”.

CTP – Consulente Tecnico Privato

Come Consulente Tecnico Privato (CTP), mi occupo prevalentemente delle separazioni coniugali, della valutazione della tipologia e gravità – temporanea o permanete – del danno psichico occorso in seguito a un incidente, o a causa del mobbing o dello stalking.

In tutti i casi, il ruolo di parte – appunto – è complicato dalla bontà della domanda dell’assistito (per cui è necessario che abbia almeno una documentazione e un primo incontro per capire se accettare o no l’incarico).

Essere di parte significa fare l’interesse dell’assistito ma non con la menzogna, non è l’etica di nessuna professione, anche se, di fatto, può accadere e questo riguarda la coscienza del singolo professionista.

Dicevo, fare l’interesse del proprio assistito non vuol dire ricorrere alla menzogna, ma avere la comprensione di come aiutarlo a risolvere l’inghippo in cui si trova, soprattutto nei procedimenti di separazione giudiziale, sia che ne abbia diretta responsabilità oppure ci si trova suo malgrado.

Sempre per ciò che riguarda le separazioni giudiziali con figli minori d’età, vale il principio di assistere sì la parte ma anche tenere un occhio sull’interesse del minore, per cui il lavoro si svolge in modo che l’assistito faccia emergere il proprio reale interesse di cura per il figlio/a e, se il caso, come aiutarlo a investirsi maggiormente.

Di solito, è soprattutto in seguito alla separazione che insorgono le complicanze sulla difficoltà del rapporto genitori-figlio. In questi casi si tratta di capire se esistono relazionali disfunzionali involontarie o impedimento attivo di una parte al rapporto con l’altro genitore.

In conclusione, ogni caso è valutato a sé, nel rispetto della realtà vissuta/subita e non della somministrazione acritica dei test che senza un’adeguata esplorazione della realtà non dicono nulla e possono produrre altro danno.

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