La raccolta di poesie “Donne”, di cui offro un piccolo spaccato, contiene ritratti di donne comuni e non, di bambine e di anziane, anche di persone morte mai conosciute. Donne viste da una donna, ritratte nelle loro caratteristiche fisiche, psichiche, di vita: il partner, il sociale, la routine, il sogno, la paura, la credenza, la scaltrezza, la cultura subita – imposta – proposta, sono peculiari sfondi al soggetto.
Un dono per te hanno i genitori:
Denari e un biglietto su scritto BUON VIAGGIO.
Guardi ignara.
Sorpresi loro della tua immemore.
Mamma ti ricorda il sogno: una vacanza al mare.
Ti sovviene di colpo la tua infanzia.
Agognavi distese di sabbia e mare,
Rotolandoti sull’erba agreste popolavi i giochi tuoi.
Sulle onde spumeggianti galleggiavi.
Sotto il carezzevole sole di primavera,
Disegnavi le onde del mare.
Tanta fantasia e pochi denari.
Mai avevi visto il mare.
Sognavi pure di volare.
Gambe cavalcioni sul ramo, pilotavi.
Allacciate le cinture, dicevi a ogni decollo.
L’atterraggio non c’era nelle tue inventive,
Scendevi dal ramo solo perché qualcuno
ti distraeva dalle tue fantasie.
Nuotavi nei campi imitando le ranette.
Dipingevi mari al tramonto.
Dipingevi te sulla sabbia.
Dipingevi fondali marini fra pesci e bollicine.
Amavi la luce del sole all’alba,
Ti struggeva la luce del sole al tramonto.
Quanta allegria c’era nella tua fantasia.
Tu portavi colore in quella casa di contadini.
Tre lustri di sacrificio per il tuo sogno,
Non vedendo che quel sogno non più giocavi.
Ora altri interessi occupano la tua mente.
Li abbracci commossa accesa in volto.
Babbo coglie la tua vergogna e dice:
I sogni si avverano nel tempo.
Tu capisci le sue parole,
lo abbracci con veemente ammirazione.
Un volo ben più importante in quel momento ebbe inizio.
Ti sentivi una ranetta con le ali.
Bimba solinga che danzi per via,
nessun pedone incrocia la tua allegria,
forse neppure qualche automobilista.
Pure io sfreccio ma sono attratta dal tuo movimento.
Ammiro la tua concentrazione:
È un ballo immaginato è un ballo inventato.
Inventi la tua espressione immagini forse gli spettatori.
Poco importa la mia fantasia
Conta l’attimo di vederti danzare per via.
Blandizia aulente echeggia il tuo nome.
Sciolti i capelli in seriche chiome,
son estasi al tuo nome.
Serica la pelle ai raggi del sole,
dorata duna è il tuo nome.
Scivola sul tuo corpo la mano bramante,
scabra divieni all’istante.
Dalla luna al mare volgi la tua giovane esistenza.
Per te la vita è festa planetaria è abisso mortale.
La luna è la tua dimora,
e quando essa si apre nella soffice luce,
tu ancor più splendente appari.
Ti mostri scintillante al mondo in festa,
lanciandoti in tuffo mirabolante.
Penetri le acque scure e profonde del mare.
Nessun più ti vede…
…apprensione per la tua sparizione.
Poi eccoti là, a dar mostra di te, alle porte della luna.
Ti rituffi e riprende la meraviglia.
Di nuovo scompari nelle acque profonde e scure del mare.
Poi eccoti là, a dar mostra di te,
fra le mani, una scintilla di luna,
leggera cade trasformandosi in bianca piuma.
Dalle carabattole un tempo acconce,
Nella densa polvere del tempo andato,
Là dove gli oggetti riposano a memoria,
Affiora un quadro.
La polvere lo copre, la mano la solleva via,
È il suo ritratto.
La sua giovane bellezza velata di tristezza.
La mano insiste a levar la polvere,
La sua tristezza non si toglie.
Mai prima ti accorgesti di questa tristezza,
Sempre in memoria allegra.
Nel tempo reale ella avea celato la mistificazione:
Tu non ti avvedesti che la parola tradiva il sentimento.
Neppure il tempo essenziale svela la mistificazione,
Preferisci credere ancora alle sue parole,
Sepolte là dove nessun oggetto riposa a memoria.


