Pubblicato sulla rivista “Psichiatria generale e dell’età evolutiva”, n°28, 1990
I TEST IN TERAPIA FAMILIARE
T. RAGUSA (*) A. MOSCONI (**)
Servizio di Terapia Familiare e Relazionale, U.L.S.S. 21 – Padova – Regione Veneto. Responsabile: Dott. A. Mosconi
PREMESSA
Alcune delle problematiche qui solo accennate, ma dicasi anche di quelle taciute, pensiamo siano da stimolo per quelli che sono interessati all’argomento, noi compresi che sulla base di quanto siamo solo parzialmente riusciti a costruire prospettiamo una trattazione più ampia ed approfondita.
Nella pratica testistica standardizzata esistono principalmente due scopi per fare uso di test: da un lato per la rilevazione « immediata » di alcune caratteristiche strutturali e/o attitudinali, ecc., relative ad in individuo o gruppo; dall’altro la necessità di stabilire delle costanti al fine di realizzare un lavoro di ricerca. Prediligere un fine o l’altro dipende ovviamente dai precisi interessi dell’osservatore.
Nel lavoro e nella ricerca clinica, in particolare relativa alla terapia familiare, possiamo affermare a priori la multidimensionalità dei test relazionali nell’indagine terapeutica-empirica; essi infatti contribuiscono a formare un nucleo operativo-teorico a più livelli:
a) per la valutazione dei processi relazionali della famiglia;
b) per valutare il cambiamento o la stabilità nella stessa famiglia in diversi momenti o circostanze;
c) come momento di verifica rispetto alle «ipotesi» in sede terapeutica;
d) per rilevare differenze fra diversi sistemi, tenendo conto di quegli elementi costitutivi che li accomunano.
Con riferimento ai quattro aspetti operazionali e di sviluppo ora elencati, notiamo che i test permettono di realizzare una procedura sistematica di misurazione scientificamente traducibile in un ordinamento delle informazioni relativamente ai fenomeni osservati.
Teoricamente abbiamo definito quello che riteniamo essere un punto di repere dei test familiari in campo terapeutico e di ricerca.
Analizziamo ad esempio il punto (d) e immaginiamo il test come una griglia fissa per verificare mutamenti all’interno di un sistema ma anche per rilevare differenze fra diversi sistemi che abbiano un « denominatore comune». Se concepiamo un sistema come una Gestalt, la percezione di esso dipende più dalla comprensione delle relazioni che non dall’analisi delle componenti parziali (membri familiari). Quindi, età dei genitori, numero dei figli, età e sesso della prole, ecc., sono componenti parziali nelle relazioni che nella realtà terapeutica non possono essere controllate, « preferendo » quindi ad esse l’aspetto fenomenico che ne deriva. I reattivi familiari, relativamente ai due momenti, ci offrono la possibilità di indagare in entrambe le direzioni: controllare da un lato le componenti parziali e definire le relazioni « sovrastanti ». Inoltre, tenendo conto degli elementi che descrivono un sistema possiamo osservare e stabilire il loro grado e/o valore di interferenza nelle relazioni di coesione, adattabilità, affettività, autonomia, accordo, aspettative, controllo, ecc. Qualità interazionali che i test familiari dovrebbero descrivere in un processo.
L’uso del condizionale assume uno specifico significato se consideriamo alcuni problemi insiti nell’applicazione e interpretazione dei test in esame. Come Simon, Stierline e Wynne fanno notare in «The language of family therapy» (1985) (6), i dati del test sono spesso su singoli membri della famiglia, spetta quindi al testista valutare le relazioni in un sistema a partire proprio dai dati ricavati a livello individuale. Non si esclude perciò che le misure relazionali così ottenute non possano risentire di un qualche errore interpretativo, ma al riguardo — e in particolar modo per i test strutturali — esistono approcci statistici e concettuali che tendono a correggere e ridurre tale errore.
In questa sede non è molto preminente riservare spazio a questo aspetto metodologico-statistico, passiamo quindi ad elencare le quattro categorie di test che la ricerca bibliografica ci ha consentito di ricavare.
TEST PER LA FAMIGLIA
The Beavears Timberlawn Model
The Family Adaptability and Cohesion Evoluction Scales
The Family Environment Scale
The Family Task Interview
Family Interaction Scales
L’Indicatore dei Rapporti Familiari
The Mc Master Family Assessment Device
Reattivo di Appercezione Tematica
Scala d’Interazione Strutturale Familiare
TEST PER LA COPPIA
Enriching and Nurturing Relationship Issnes, Communication and Happiness; ovvero: Formazione Permanente per Coniugi
The Pair Inventory
Rorschach Comune
TEST PER I FIGLI
Family Attitudes Test
TEST PER LA CONCORDANZA DI EVENTI TEMPORALI
The Coddington Scale
The Family Evaluation Form
Come si constata, abbiamo preferito un ordinamento secondo variabili di <> in diversi sottosistemi che non ad esempio di tipo metodologico. Le ragioni di siffatta categorizzazione concernono la teoria generale dei sistemi incentrata sulla osservazione e comprensione della organizzazione e strutturazione di una « unità » le cui parti svolgono compiti e hanno caratteristiche fra loro interrelate. E’ chiaro che il concetto di unità è comprensivo di sottounità o sottosistemi fra loro dipendenti ma parcellizzate rispetto ad una rete più ampia: sono per così dire i nodi della rete. Questo modello strutturale permette connessioni a più ordini di grandezza non solo per ciò che concerne le relazioni fra i membri di un sistema o sottosistema ma anche relativamente agli eventi storici che l’hanno condizionato. I reattivi relazionali, come sopra suddivisi, consentono anche di ottenere informazioni differenziate allo stesso modo delle sedute psicoterapeutiche.
In precedenza abbiamo rilevato che la realtà terapeutica si distingue da quella testistica standardizzata: l’una appunto fenomenica, l’altra descrittiva. Tuttavia, dal punto di vista teorico-paradigmatico, sopra già accennato, vediamo che la realtà empirica qui in esame non può non tener conto della teoria generale dei sistemi. Per cui, ad esempio, considerare un solo individuo — quale il paziente designato — nel testing relazionale significherebbe non solo deflettere dal modello sistemico, ma vi sarebbe inoltre implicita l’idea di individuo sintomatico come unico portatore del problema: ciò non sarebbe in linea con le teorie relazionali. L’esempio chiarisce il concetto, ma vediamo come concretamente si traduce la difficoltà di rilevare — testisticamente — i rapporti familiari relativamente ad un contesto sociale interferente. Qui per contesto sociale intendiamo gli amici e/o parenti che pur esterni al nucleo intervengono direttamente sul sistema. In questo caso il terapista — facendo intervenire il ristretto contesto sociale in terapia — considera e «osserva» come queste componenti dirette ma disgiunte al sistema agiscono nelle relazioni e come le influenzano. Al contrario, i reattivi familiari strutturati non possono dirci nulla su un sistema così combinato perché nella loro costruzione si tiene conto solo dei membri facenti parte del sistema ristretto (o nucleo familiare). Per superare questa difficoltà si potrebbe pensare di ricorrere all’uso di test non strutturati o semistrutturati che favoriscono risposte libere, attraverso le quali il sistema potrebbe riferire le relazioni esistenti con gli elementi (membri) ad esso esterni.
Rispetto al caso considerato appare chiaro che — nella pratica testistica — esiste una relativa adeguatezza dei test psicologici a seconda che siano strutturati o non; optare quindi per un tipo di test o per un altro dipende da diversi fattori, fra i quali: il caso in esame, la valutazione tecnica (campione di standardizzazione, attendibilità e validità), e la valutazione pratica (facilità di somministrazione, attribuzione dei punteggi, e altro).
Da un punto di vista paradigmatico s’è visto che il caso sopra considerato presenta delle incongruenze relativamente alla descrizione e valutazione delle relazioni in sede test; ma se assumiamo che — in generale — le relazioni in un sistema si autodeterminano non già per condizionamenti esterni quanto invece per assimilazioni reciproche tra i membri interni, allora l’aspetto strutturale e relazionale considerato è onticamente inaccessibile.
Fra i due opposti « esterno-interno » esiste un alto grado di condizionamento reciproco e un alto valore combinatorio quantitativamente indefinibile e qualitativamente inafferrabile.
All’inizio del presente articolo abbiamo fatto riferimento a due principali finalità dei test, riconducibili rispettivamente alla valutazione di svariate caratteristiche su uno o più individui e allo sviluppo empirico che ci consentono nella pratica terapeutica. Consideriamo ora una terza e fondamentale finalità dei reattivi, affermando così un’ulteriore importanza di essi: si tratta del valore predittivo.
L’aspetto peculiare di questa finalità possiamo esprimerlo nel seguente modo: prevedere una variabile y a partire da una variale x; ove x è la variabile osservata, ovvero « tipo di relazioni nel sistema », mentre y è la variabile da pronosticare. Al riguardo, la determinazione di y dipende dal test usato, ma non solo: prevedere l’insorgere di un nuovo comportamento (sintomatico), oppure il miglioramento (peggioramento) del sintomo, o altro — a partire da x — dipende anche dallo sviluppo della ricerca clinica. Se consideriamo che molto del lavoro svolto dagli psicoterapeuti sistemici a partire dagli anni settanta ad oggi è stato incentrato sull’aggiustamento della teoria, prima, e della pratica poi, tralasciando per necessità l’applicazione e l’osservazione sistematica sui grandi numeri onde derivare un campione di comportamento sincrono alla terapia utilizzata; se valutiamo tutto ciò, allora possiamo affermare che il momento propizio per una effettiva ricerca clinica è arrivato, e di ciò dobbiamo prendere coscienza. Ci è parso utile offrire una veduta di insieme dei test considerati giungendo per questo alla compilazione delle schede testistiche qui di seguito accluse. In esse sono registrati i dati più salienti che rappresentano uno strumento di misurazione quale è il testing psicologico: variabile di misurazione, caratteristica e composizione del test, metodo di applicazione, campione di standardizzazione e validità/fedeltà del test. Alcune di queste schede come si potrà vedere sono parzialmente complete, altre non compaiono affatto comparativamente alla elencazione di p. 3 poiché la bibliografia esaminata era particolarmente scarsa di informazioni. Di questi ultimi verrà data la nota bibliografica insieme ai testi consultati per la trattazione dell’articolo.
TEST PER LA FAMIGLIA
TEST: The Family Environment Scale (F.E.S.).
AUTORE: Moos H.
VARIABILE DI MISURAZIONE: la scala descrive e misura delle relazioni interpersonali tra i membri familiari, delle tendenze di crescita personale e della struttura organizzativa di base.
CARATTERISTICA DEL TEST: test individuale con items positivi e negativi riguardanti la famiglia.
COMPOSIZIONE DEL TEST: consta di 90 items di tipo dicotomico (a scelta multipla nella versione italiana). È comprensivo di 10 subtest i quali misurano la coesione, l’espressività, il conflitto, l’indipendenza, il successo, l’orientamento intellettuale-culturale, la ricreatività, l’enfasi morale-religiosa, l’organizzazione e il controllo.
METODO DI APPLICAZIONE: come da questionario.
CAMPIONE DI STANDARDIZZAZIONE: 285 famiglie rappresentative di un’ampia gamma di climi familiari, distribuite relativamente a tre diversi gruppi religiosi, ad un gruppo di minoranze etniche (messicani e negri), nonché un campione di famiglie disturbate (problemi psichiatrici o legali). Le famiglie del campione figurano composte da tre a sette o più componenti.
VALUTAZIONE PSIcOMETRIcA: l’attendibilità risulta più che accettabile, variando da un minimo di 0.68 ad un massimo di 0.86.
Bibliografia
Moos R. H., Moos B. S.: « A Typology of Family Social Environment ». In Family Process, 15, 4, 1976.
Cusinato M., Cristante F., Muraro P.: «Family Environment Scale» (manuale di istruzioni), Istituto di Psicologia, Università di Padova, 1979-80.
TEST: The Family Task Interview (F.T.I.).
AUTORE: Kinston, Loader.
VARIABILI DI MISURAZIONE: il test evidenzia le interazioni rilevanti (o significative) all’interno della famiglia ma anche nei sottoSistemi (con bambini di età compresa fra i 4-12 anni).
CARATTERISTICA DEL TEST: items auditivi registrati su cassette in diverse versioni (forma B-A-C-S).
COMPOSIZIONE DEL TEST: consta di 7 prove (4 di 9 minuti, 2 di 4 liii I tili e 1 di 5 minuti), corrispondenti alle seguenti voci: fare qualcosa con qualcuno, costruire una torre con dei blocchi, discutere ciò clic piace e che non piace negli altri, riconoscimento di patterns, prova di fantasia, spiegare i proverbi, discutere dell’esperienza dell’inlervista.
METODO DI APPLICAZIONE: col registratore si fanno eseguire vari esercizi al fine di valutare le interazioni fra i membri familiari. La prova ha una durata di circa 50 minuti.
CAMPIONE DI STANDARDIZZAZIONE: delle 300 famiglie campionarie, sono state esaminate famiglie con bambini aventi disturbi psichici o psieosomatici emotivi comportamentali; obesi; normali.
VALUTAZIONE PSICOMETRICA: la validità del teSt è stata verificata tramite test FHS (scala di salute della famiglia), la correlazione (secondo la formula di Spearman) ai due test è = 0.64 (p < 0.02), qtiiiidi l’F.T.I. risulta valido. Al test-retest le correlazioni risultano ancora alte. La correlazione media dei punteggi fra l’FTT-A e FTI-B è
= 0.79 (p < 0.001).
Bibliografia
Kliiston W., Loader P.: <(The Family Task Interview: A Tool for ClinicuI Research in Family Interaetion ». In: Journal of Marital and Family Therapy, 14, 1, 1988.
TEST: L’Indicatore dei Rapporti Familiari (F.R.T.).
AUTORE: Howells, Lickorish.
VARIABILE DI MISURAZIONE: rileva i rapporti tra i membri di una famiglia relativamente agli atteggiamenti e ai sentimenti.
CARATTERISTICA DEL TESI: un test proiettivo composto da una serie di tavole a risposta aperta raffiguranti situazioni familiari.
COMPOSIZIONE DEL TEST: 40 tavole suddivise in 4 serie parallele (padre, madre, ragazzo, ragazza).
METODO DI APPLICAZIONE: 5 applicano le 40 tavole qualora la faiiilglin ha figli maschi e femmine, in questo caso la somministrazione richiede due sedute di mezz’ora ciascuna. Nella somministrazione le tavole vengono presentate una alla volta in ordine progressivo.
CAMPIONE DI STANDARDIZZAZIONE il campione di famiglie è stato scrilo Ira tutte quelle in osservazione presso l’Istituto di Psichiatria Familiare. Ciascuna famiglia doveva avere almeno un bambino tra i 7 e i 12 anni; il campione rappresentava le 5 classi sociali; ciascuna famiglia doveva essere nucleare e senza anomalie (separazione, successivi matrimoni, adozioni).
VALUTAZIONE PSICOMETRICA: nella validazione dell’indicatore è stato usato il test statistico x2. I valori del x2 variano a seconda che siano riferiti al campione dei padri (n = 7), delle madri (n = 8), dei ragazzi (n = 4) e delle ragazze (n = 5); rispettivamente, x2 = 3.6, 20, 7.4, 9.6. Il numero delle risposte corrette (identificate) è significativamente più alto (per p <= 0.05) di quello delle risposte non corrette (non identificate). Dati i valori che il x2 assume, il test può essere considerato una tecnica attendibile e valida (0.70 <= P <= 0.0) per lo studio di come ciascun soggetto vive il rapporto interpersonale con i componenti la propria famiglia.
Bibliografia
Howells J. G., Lickorish 3. R.: « L’Indicatore dei Rapporti Familiari ».
G. Villone Betacchi (a cura di), Manuale di Istruzioni, Edizioni0.8. Firenze, 1967.
TEST: Reattivo di Appercezione Tematica (T.A.T.).
AUTORE: Bellak L.
VARIABILE DI MISURAZIONE: questo test rivela alcune delle particolari emozioni dominanti, dei sentimenti, dei complessi e dei conflitti con le figure parentali.
CARATTERISTICA DEL TEST: test proiettivo: prova di libera immaginazione.
COMPOSIZIONE DE TEST: è composto da 31 tavole. Comprende serie differenziate per soggetti maschili o femminili. Il test si distingue nella forma A e nella forma B; la prima forma è adatta per adolescenti e per adulti di intelligenza e capacità a ragionare di tipo medio, la forma B è adatta per ragazzi e per adulti di intelligenza e di istruzione mediocri o per psicopatici.
METODO DI APPLICAZIONE: l’applicazione di un gruppo di 10 tavole richiede un’ora intera e le due sessioni devono essere tenute alla distanza di un giorno o più.
CAMPIONE DI STANDARDIZZAZIONE: soggetti fra i 14 e i 40 anni (la maggior parte delle tavole, con alcune necessarie sostituzioni, si adatta all’età da 7-14 anni).
VALUTAZIONE PSICOMETRICA: assente nella bibliografia esaminata.
Bibliografia
Henry A. Murray: <(Manuale: Reattivo di Appercezione Tematica ». Gruppo della Harvard Psychological Clinic, ed. 0. 8., Firenze, 1971. TEST: The Family Assessment Device (F.A.D.). AUTORI: Epstein, Baldwin, Bishop. VARIABILI DI MISURAZIONE: il test valuta l’accordo nelle famiglie, distinguendole come famiglie sane e non-sane. CARATTERISTICA DEL TEST: è un questionario; lo screening riunisce informazioni sulle varie dimensioni del sistema familiare inteso L’in I le una globalità unitaria, inoltre dà informazioni sulle interazioni interne al sistema. COMPOSIZIONE DEL TEST il test è composto da 53 items con 7 subtest: Problemsolving, Comunicazione, Ruoli, Reazione affettiva, Coinvolgimento, Comportamento, Funzionamento generale. METODO DI APPLICAZIONE: manca nella bibliografia esaminata. CAMPIONE DI STANDARDIZZAZIONE: Il F.A.D. è stato costruito sulle risposte di un campione di 503 soggetti. Di questi, 294 venivano da un gruppo di 112 famiglie includenti 4 famiglie con bambini psichiatrici, 6 famiglie con pazienti in corso di riabilitazione e 9 famiglie con figli studenti di psicologia. Le altre 93 famiglie contenevano un membro il umile era un paziente di un ospedale psichiatrico per adulti. VALUTAZIONE PSICOMETRICA: le relazioni ai punteggi tra F.A.D. e il Family Unit Inventory (F.U.I.) si approssimano alle relazioni previste (r > .50), viceversa le relazioni fra F.A.D. e F.A.C.E.S. Il sono difficilmente interpretabili rispetto alle previsioni. La consistenza interna al F.A.D. è risultata alta come da altri studi.
Bibliografia
Miller, Epstein, Keitner, Bishop: « The McMaster Family Assessment
Devica: Reliability an Validity ». In: Journal ao Marital and Fan ’zily Therapy, 11, 4, 1984.
Epstein, Baldyin, Bishop: « The McMaster Family Assessment Devi- ce ». In: Journal of Marital ami Family Therapy, 9, 2, 1983.
TEST: Formazione Permanente per Coniugi (F.P.C.).
AUTORE: Olson, Fournier, Druckaman; Adattamento italiano di M. Cusinato.
VARIABILE DI MISURAZIONE: identifica i punti di forza e le possibili aree di impegno della coppia, sulla base della loro descrizione della relazione stessa.
CARATTERISTICA DEL TEST: è un questionario rivolto a coppie che richiedono una consulenza coniugale o partecipano ad un programma di formazione per coniugi.
COMPOSIZIONE DEL TEST: il questionario si compone di 14 categorie I est per un totale di 125 items con valutazione su scala a 5 punti. Le categorie sono: Distorsione idealistica, Soddisfazione coniugale, Aspetti di personalità, Comunicazione, Soluzione dei conflitti, Gestione economica, Attività di tempo libero, Armonia sessuale, Figli e matrimonio, Parenti e amici, Parità dei ruoli, Orientamento religioso, Coesione coniugale, Adattabilità coniugale.
METODO DI APPLICAZIONE: la somministrazione è preceduta dalla presentazione del questionario e dalle istruzioni alla coppia.
CAMPIONE DI STANDARDIZZAZIONE: nella versione italiana, la scelta del campione consta di coppie (N = 53) massimamente varie da un punto di vista socioculturale. Sono state considerate le coppie con una età matrimoniale da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 18 anni.
VALUTAZIONE PSICOMETRICA: le prove di attendibilità, attraverso il test-retest e la consistenza interna, sono entrambe alte. Altrettanto dicasi della validità.
Bibliografia
Olson D. FI., Fournier D. G., Druckaman J. M.: « Manuale: Formazione Permanente per Coniugi ». M. Cusinato (a cura di), Centro della Famiglia, Treviso, 1985.
TEST PER LA COPPIA
TEST: The Pair Inventory.
AUTORI: Schaefer M. T., Olson D. H.
VARIABILE DI MISURAZIONE: relativamente al rapporto di coppia, il test valuta 5 tipi di intimità (o accordo): emozionale, sociale, sessuale, intellettuale e ricreazionale.
CARATTERISTICA DEL TEST: questionario con una serie di affermazioni atte a valutare ed individuare il grado di accordo percepito da quello desiderato.
COMPOSIZIONE DEL TEST: 36 items distribuiti entro 5 subscale vere e proprie, più una sub-scala di controllo.
METODO DI APPLICAZIONE: il test si applica individualmente.
CAMPIONE DI STANDARDIZZAZIONE E VALUTAZIONE PSICOMETRICA: applicato a 192 coppie, il test è stato validato fattorialmente ed ha rivelato un coefficiente di fedeltà tra 0.70 e 0.77 a seconda della sottoscala di misura.
Bibliografia
Schaefer M. T., Olson D. H.: « Assessing Intimacy: The Pair Inventory ». In: Journai of Maritai and Famiiy Therapy, January 1981.
TEST: Rorschach Comune (ROC).
AUTORI: Jurg Willi.
VARIABILI DI MISURAZIONE il test dà una valutazione delle relazioni tra partners (due o più). . un test adatto alla diagnostica delle strutture di gruppo e familiari, nelle quali sia la ripartizione di ruoli (il capo, il più capace, il preferito, la ragazza da tapezzeria), sia la coesione di gruppo, ricevono un peso speciale come dimensioni inerenti alle strutture stesse.
CARATTERISTICA DEL TEST: la particolarità di questo test sta nel 1atti che esso può cogliere l’interazione non solo nel suo aspetto comportamentale ma può inoltre mostrare la inconscia dinamica dei partenrs e dei gruppi come totalità.
COMPOSIZIONE DEL TEST consta di 10 macchie standardizzate; 5 di queste tavole sono grigie-nere, 2 grigie e rosso vivo, 3 multicolore
METODO DI APPLICAZIONE: i partners ricevono il compito di assolvere insieme al test con lo scopo di accordarsi, alla fine, per ogni tavola, su una interpretazione. A questo proposito si registrano le seguenti variabili di comportamento: chi tiene nelle mani la tavola in discussione, quante interpretazioni ogni partner porta alla discussione, chi ha potuto affermarsi con una sua proposta e chi ha portato lo discussione alla decisione.
CAMPIONE DI STANDARDIZZAZIONE dei 500 ROC a tutt’oggi espletati, si con figurano diverse ricerche attinenti a diversi aspetti: sociopsicologici, psichiatrici, et al., della coppia e della famiglia.
VALUTAZTONE PSICOMETRICA: dalla bibliografia esaminata appare che gli studi psicometrici finora realizzati sono parziali e non sempre diretti alla convalida del ROC.
Bibliografia
W III i .1.: « Rorschach Comune », Piccin Editore, Padova 1978.
TEST PER I FIGLI
TEST: Family Attitudes Test (F.A.T.).
AUTORE: Lydia Jackson.
VARIABILI DI MISURAZIONE: il test individua gli atteggiamenti di bambini normali, nevrotici e delinquenti nei confronti della propria famiglia.
CARATTERISTICA DEL TEST: è un test proiettivo rappresentante situazioni familiari che dovrebbero suscitare delle emozioni di base nel bambino.
COMPOSIZIONE DEL TEST: è composto da sette tavole; le tavole sono identiche sia per i maschi che per le femmine, ad eccezione della tavola n. 2.
METODO DI APPLICAZIONE: la somministrazione ha una durata di 30-60 minuti. Le tavole vengono presentate una alla volta e i soggetti devono raccontare una storia per ognuna delle immagini presentate. È preferibile somministrare in una sola seduta il test completo. Si ritiene che il test dia i risultati migliori con i bambini dai 6 ai 12 anni, ma può essere applicato anche a bambini più grandi o più piccoli.
CAMPIONE DI STANDARDIZZAZIONE: il campione comprendeva 3 gruppi di bambini distinti in soggetti normali, nevrotici e delinquenti. La maggioranza dei tre gruppi provenivano da famiglie di operai o di artigiani; tutti i bambini del campione frequentavano la scuola elementare. I soggetti nevrotici e delinquenti erano bambini in trattamento in una clinica.
VALUTAZIONE PSICOMETRICA: non presente nella bibliografia esaminata.
Bibliografia
J’ackson L.: « Manuale: Family Attitudes Test ». L. Mori (a cura di), ed. 0. 5., Firenze, 1981.
TEST PER CONCORDANZA DI EVENTI TEMPORALI
TEST: The Coddington Scale.
AUTORE: Coddington R. D.
VARIABILE DI MISURAZIONE: su una serie fissata di eventi dannosi, lo strumento misura e valuta « quanto stress » ciascun evento provoca o può provocare nell’infanzia.
CARATTERISTICA DEL TE5T: attua una misurazione indiretta, nel senso che un gruppo di « giudici » ha stabilito — col metodo psicofisico della stima soggettiva di grandezza — quali sono i maggiori eventi stressanti infantili e quanto ciascuno di essi « pesa ».
COMPOSIZIONE DEL TEST: consiste di una lista di 37 eventi stressanti che possono verificarsi in bambini di età compresa fra i 6-11 anni.
METODO DI APPLICAZIONE: l’operatore, comparativamente ad una analisi anamnestica diretta od indiretta del caso, identifica quali degli eventi stressanti della scala il soggetto ha subito, attribuendo così ad ognuno il punteggio relativo per arrivare ad avere il punteggio totale.
CAMPIONE DI STANDARDIZZAZIONE: 55 « giudici » comprendenti pediatri, insegnanti ed operatori sociali della Gran Bretagna.
VALUTAZIONE P5IC0METRICA: la correlazione di Spearman fra le valutazioni di gravità americane e quelle inglesi varia da 0.872 a 0.928.
Bibliografia
Monaghan J.H., Robinson J.O., Dodge J.A.: « The children’s Life events inventory ». In: Journal of Psychosomatic Research, 23, 63, 1979.
RIASSUNTO
Oltre a valutare l’utilità e le finalità che i test relazionali possono offrire qualora vengano impiegati nella ricerca clinica, gli Autori producono alcune osservazioni peculiari al contesto e al modello psicoterapeutico propri della teoria sistemica. Attenti agli aspetti epistemologici delle teorie relazionali e fenomenici della modalità psicoterapeutica, e in osservanza di essi, progettano una ricerca ipotizzando le modalità, l’efficacia e l’utilità predittiva che i test in discussione possono addurre.
SUMMARY
In addition to evaluating the utility and purposes served by relational tests used in clinical research, the Authors present some observations with special regard to the context and psychotherapeutic model of systemic theory. Bearing in mind the epistemiological aspects of the relational and phenomenal theories of psychotherapeutic modalities, the Authors have planned a research project to check the modalities, effectiveness and predictive utility that the tests in question may have.
BIBLIOGRAFIA
1) Anastasi A.: « I test psicologici ». Franco Angeli Editore, Milano, 1981.
2) Buratti G., Formenti L.: « La famiglia e il suo modello ». Franco Angeli Editore, 1985.
3) Cronbach L.J.: « I test psicologici: I fondamenti psicometrici ». Flores D’Arcais G.B. (a cura di). Giunti Barbera Editore, 1979.
4) Haley J. (a cura di): « Fondamenti di terapia della famiglia ». Feltrinelli, 1983.
5) Hoffman L.: « Principi di terapia della famiglia ». Astrolabio Editore, 1984.
6) Simon F.B., Stierline H., Wynne L.C.: « The language of family therapy: A systemic vocabulary and source book ». Family Process Press, USA, 1985.
« The Beavears Timberlawn Model » di Beavears R. & Jerry N. Lewis: « No Single Thread: Psychological Health in Family Sistem ». New York, Brunma/Morel, 1976.
« The Family Evaluation form ». di Spitzer R-L. Gibbon: « Family Evaluation Form Biometrics Research » New York State Departement of Mental Nygiene, 1971.
« Scala d’Interazione Familiare » di Perosa—Hansen: « Development of the structural family interaction scale ». Farnily Therapy, 8,77,1981.
« Family Interaction Scales » di Fauance & Riskin: « II. Data Analysis and Finding ». Archives of General Psychiatry, 22, 513, 1970; Archivies General Psychiatry, 11, 484, 1964.
(*) Psicologa interna al servizio di terapia familiare e relazionale. Consulente psicologico e relazionale.
(**) Psichiatra responsabile del servizio di terapia familiare e relazionale. Didatta del centro milanese di terapia della famiglia.
Il presente lavoro si inquadra nella Ricerca Regionale « Terapia Familiare Sintomatica nelle Istituzioni », n. 143-01-86 del 14-10-87
(*) Psicologa interna al servizio di terapia familiare e relazionale. Consulente psicologico e relazionale.
(**) Psichiatra responsabile del servizio di terapia familiare e relazionale. Didatta del centro milanese di terapia della famiglia.
Il presente lavoro s’inquadre nella Ricerca Regionale “Terapia Familiare Sintomatica nelle Istituzionei”, n° 143-01-86 del 14.10.87




